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martedì 24 novembre 2020

18. THROUGH FLORIDA ON THE ROAD

- U're not American if at least once in your lifetime u've not broken your neck's bone sleepin in the friking car all day long on the road - 

Così partì uno dei miei due lunghissimi viaggi all'avventura per la Florida, di preciso il secondo, quindi se il "rito" è vero ora sarei un'americana modello!
Ma partiamo dall'inizio. E' dicembre, periodo delle vacanze natalizie (aggiungerei che all'inizio di dicembre avevo già fatto un viaggio on the road per nove ore, dalla Virginia a New York per un matrimonio, con tanto di sosta nel Connecticut dove dormivamo presso la casa di crazy uncle )
la mia host family aveva deciso di partire per quasi tre settimane per la Florida con me al seguito ovviamente; avremmo condiviso la casa delle vacanze dell' host nonna insieme a tutte le famiglie dei fratelli di Erika, la mia hmum. Avevo due dubbi: come avremmo potuto vivere per così tanto tempo in quella casa in quasi 15 persone con tanto di 4 bambini, 1 gatto e 3 cani e  inoltre avevo una paura terribile di andare fino là in macchina. Fino ad allora non avevo idea che le strade americane non avessero le autostrade, o meglio sì ma alla fin fine sono identiche alle strade che usano normalmente per girare anche in paese. Abitando in una grande città, anche noi senza volerlo ci spostavamo attraverso le tangenziali, che non avevano nulla di diverso dalle altre strade. Avevo paura di ritrovarmi in mezzo ad un incidente, lì girano come pazzi e pensavo che per fare un tragitto così lungo saremmo incorsi in un sacco di pazzi patentati. Ma c'è il lieto fine, strade perfettamente percorribili senza intralci se non fosse per il South Carolina, chissà che cos'ha di tanto speciale, unico stato dove le code sono interminabili partendo da un punto a caso arrivando sempre ad un altro punto a caso.

Arrotoliamo un po' il nastro e arriviamo al momento in cui "home sweet home, here we are". Era ormai notte, non ricordo bene l'ora, sta di fatto che la prima cosa che vidi scesa dall'auto fu l'altro zio che nel mezzo del garage cucinava hamburgers sulla griglia, con una spatola in una mano e una birra nell'altra e un cappello di babbo natale sul capo, "Hey finally, Merry Christmas y'all! Time to dinner"
Ero un po' frastornata, bambini che correvano ovunque, casino ovunque, volevo solo posare le mie cose nella stanza offerta gentilmente dalla nonna. D'impatto era molto carina, molto stile hawaiano con una tavola da surf e un oblò sulla sponda del letto; ma ad avvicinarmi quasi prendevo un colpo. Non ho la minima idea di quando fu stata l'ultima volta che qualcuno avesse dormito lì. La polvere sicuro regnava sovrana. Cosa potevo dire? bhe ovvio nulla, già tanto che avevano trovato un letto anche per me, non potevo fare la schizzinosa. Mi limitai a sbattere le coperte e coprire la federa del cuscino con un panno facendo attenzione che lo ricoprisse bene da non levarsi durante la notte, oltre a a rimanere ferma come una sardina per paura che se mi fossi mossa, tutta la polvere mi avrebbe inghiottito. Le prime notti infatti sono stati le peggiori, ero convintissima che mi sarei ammalata o peggio mi sarebbe venuta l'allergia e in quelle condizioni sarei morta nel sonno soffocata dagli acari.
Ma passiamo a cose più belle. In sostanza in quelle vacanze non ho fatto cose stranissime, vivevo una vacanza americana con americani in una casa americana quindi tante volte ci svegliavamo tardi, mangiavamo, giravo per il quartiere, facevamo la spesa e cose del genere. All'inizio ero dispiaciuta, non  capita tutte le volte di avere l'opportunità di passare una vacanza del genere! Per non contare il fatto che nessuno aveva la mia età e non c'era connessione internet, volevo impazzire. Pregavo che la family uscisse il più possibile per accompagnarli e fare qualcosa. Devo dire che col tempo poi mi ero ambientata e stare in quella casa mi piaceva. La Florida sotto certi punti di vista era molto meglio della Virginia. Faceva 20/30 gradi anche d'inverno e si poteva stare all'aperto senza problemi (il giorno di natale ero in canottiera e gonna di Babbo Natale, per non parlare delle orecchie da renna, i calzettoni rossi peluchosi e le mie solite ciabatte a paillette che mi portavo sempre dietro) e quindi mi rilassava anche solo camminare per il quartiere, in mezzo a gruppi di ragazzetti che andavano in bici, in skateboard o chi semplicemente portava a spasso il cane. Un po' monotono, c'erano solo case e case ma era bello uguale. Belle case, clima perfetto e palme e altre piante esotiche tutt'intorno. Una sera parlando del più e del meno io e la mia host mum non ci eravamo accorte che il sole era calato, ci eravamo allontanate così tanto che quasi a casa non chiamavano i rinforzi per cercarci.

Sia il giorno di Natale che quello di Capodanno sono stati per me indimenticabili. Non tutti hanno la fortuna di poter dire: "Hey, l'anno nuovo l'ho iniziato su una spiaggia a Daytona Beach!....quanti ricordi"
Quindi sì, visto che di norma non ho mai fatto la settimana bianca o cose di questo genere, posso dire che è un'esperienza difficile da scordare.
Qual è stata una delle attività più incredibili che ho fatto? 
Beh sicuramente non posso non nominare la gita in barca, prontamente guidata dal mio host uncle made in Florida. Special guests: i delfini che nuotavano liberi nella baia. Anche se non hanno fatto i salti mortali come uno potrebbe vedere in un parco tematico, sono stati comunque più emozionanti nella loro normale quotidianità perchè bhe, erano delfini liberi! e vederli nel loro habitat naturale appaga molto di più. 
Qual è stata la meta anzi quali sono state le mete di questa gitarella? 
Ben due isole deserte.
Mentre la seconda era affascinante per la sua naturale composizione: sabbia bianca e palme che crescevano su ogni centimetro disponibile di terra, dove gruppi di ragazzi temerari passavano le notti in tenda a fare falò, mangiando s'mores e suonando qualche accordo di chitarra, la prima isola aveva un non so chè di affascinante. Quella mattina la shores era coperta di nebbia, tantè che essendo una ragazza meteoropatica, iniziavo ad essere triste perchè l'unico giorno senza sole in Florida l'avevo beccato io. Ad ogni modo arrivammo quasi al contatto con la spiaggia, che ancorammo la barca e ci lanciammo sull'isola. Non c'era praticamente nulla da fare, al massimo scavare in mezzo alla sabbia con i bambinetti, e così feci per un po'. Ad una certa non so per quale motivo, mi venne in mente di camminare sulla riva a raccogliere conchiglie ed allontanarmi così dal resto della family. Mi accorsi che stavo camminando da sola verso il vuoto cosmico. La coperta di nebbia aveva avvolto l'isola misteriosa, non vedevo nemmeno l'acqua dell'oceano oltre alla riva. Intorno a me non c'era niente e nessuno, di fronte a me solo nebbia bianca su sabbia bianca. Pensavo di essere in Paradiso o in una sorta di limbo. Non sapevo se facesse più paura pensare di essere sola in mezzo al nulla e quindi nessuno avrebbe potuto salvarmi nel caso fosse successo qualcosa, oppure se fosse più bello di quanto pensassi e avessi trovato un momento di vera pace, forse l'unico in tutta la mia vita in cui non mi sarebbe potuto accadere davvero niente perchè di fatto non esisteva niente. Osservare l'infinito cosmico davanti a me spronava a proseguire, così camminai ancora per un po'. Alla fine decisi di tornare indietro, non ricordo il momento preciso. Tornai alla barca e mangiammo. Era finalmente apparso il sole!

Le avventure proseguirono a Daytona Beach. Per farla breve partecipai ad una festa in spiaggia in cui cantava un rapper di Miami, possibilmente anche famoso su MTV forse negli anni '90 e con cui scattai una foto. Indubbiamente non lo conoscevo ma non importa...magari rimane comunque una persona importante! Mangiai i gamberetti da Bubba Gump, il fantomatico ristorante di Forrest Gump, che in America si è trasformato in una catena. Devo dire che non erano male ed ero quasi emozionata di aver
speso $7 per tre gamberetti....l'importante è l'esperienza man! Non capita tutti i giorni di sentirsi come in un film. La cosa però mi sfuggì di mano quando acquistai anche il bicchierone con il logo e il portachiavi, come una perfetta turista del cavolo. Per non contare le gelatine tutti i gusti +1 e una cassa di 6 burrobirra di Harry Potter, in un negozio che vendeva oggettistica dei film. (Tra l'altro la burrobirra ha un sapore proprio orrendo).

Altro fatto sbalorditivo sono i vicini di casa. Sono davvero impiccioni - a tratti comici, a tratti stalker. La nostra vicina di casa era una donna sulla cinquantina credo, dal fare losco. Era molto maschile nelle movenze, sembrava un camionista; il suo tratto distintivo era una mega tazza, ma che dico, un barilozzo dove si presuppone uno metta il caffè ma a questo punto non so lei cosa ci rifilasse. Conosceva bene la host nonna. Questo è il punto della questione. Ogni benedetto giorno si presentava a casa e, se trovava la porta d'ingresso chiusa, passava dal garage! Dico, questa è una prova che certe abitudini non esistono solo nei film. Ad esempio ogni volta che andavamo in 4 a fare la spesa, lei puntualmente al ritorno ce la trovavamo in casa pronta ad aiutarci a sistemare i sacchetti, come se già 4 persone non erano abbastanza. Per di più, non mi stava nemmeno molto simpatica perchè nei miei confronti non era proprio cortese. Le avessi fatto qualcosa, non ho mai intrattenuto un discorso con lei o al massimo un paio di parole ma, l'ho sempre salutata come si dovrebbe fare mentre lei rispondeva seccata, come se le desse fastidio la mia presenza. 
Non era sola, con lei abitavano suo figlio un po' interrotto, lo dico senza cattivi fini, e sua sorella davvero strana. Fu con lei che mi intrattenni per un po'. Come sua madre, si presentava sempre a casa nostra probabilmente nemmeno lei aveva molto da fare e veniva a curiosare. Un po' mi faceva "pena", ad essere sincera avrei avuto paura ad entrare in casa loro, non ho idea di come fossero trattati dentro le mura domestiche, magari è solo una mia impressione ed è tutta genetica presa dalla madre, ma sembravano strani, come se s'impicciassero sole per avere un po' di compagnia. Alla fine non mi dispiaceva averla intorno, in fin dei conti aveva la mia età anno più, anno meno. Ad ogni modo ho appreso dal loro comportamento che mi trovavo proprio su un pianeta diverso. Il profondo sud era proprio terra selvaggia rispetto alla Virginia, specialmente per il fatto che Lynchburg era una città abbastanza grossa quindi l'istituzionalizzazione era comunque più elevata, pur considerando il fatto che gli americani sono "terra terra" non so se mi spiego. Però insomma, il paragone preso alla lontana potrebbe essere quello di vivere a Milano città o vivere in provincia in mezzo ai campi, l'unico fattore che hanno entrambi è la nebbia d'inverno, per il resto i ritmi di vita non c'entrano un tubo. Fossi finita in un paesino di campagna forse avrei trovato meno differenze, ma questo non lo saprò mai.

Altra pazzia o forse più una fissazione fu quella di voler assaggiare la carne di squalo e coccodrillo. Lo so, è abbastanza cattiva come cosa, ma sapevo che erano carni che in Florida si era abituati a mangiare e quindi volevo provarle, giusto per la curiosità di assaporarne il gusto. In realtà ci rimasi male quando constatai che lo squalo ormai veniva venduto solo a Miami, 5 ore di macchina da noi. Rimaneva il coccodrillo, tre settimane alla caccia al coccodrillo ma nessun ristorante lo cucinava. Ormai avevo in testa solo e soltanto C-O-C-C-O-D-R-I-L-L-O. Molto a caso la mia host mum trovò su internet questo ristorante e anche se non era affatto vicino al paese, ci andammo solo e soltanto per ordinare un piatto di coccodrillo. Volete sapere di cosa sapeva? di pollo fritto.
Tre settimane di ricerca per assaggiare del pollo fritto, solo dalla consistenza un po' più gommosa, ma rimaneva classificato come pollo fritto. 
A questo punto mi spiace solo per il povero coccodrillo.

Beh cos'altro dire, ripartire alla fine delle vacanze mi è costato molto. Stavo tornando a vivere un inverno che aveva proprio le fattezze di un inverno buoi e piovoso, non più un inverno che sembrava il 15 agosto. Finiva così la mia avventura con tutta la famiglia al completo, con cui mi stavo davvero divertendo e, purtroppo non sapevo ancora che non gli avrei più rivisti. Ognuno rimase a casa sua per Pasqua e così l'unica che ci venne a trovare un paio di volte fu la nonna.

Ci sarebbero tanti aneddoti ancora, dal girare in auto la notte per il quartiere e fermarsi davanti alle case addobbate e quando dico addobbate significa ADDOBBATE che non ne avete idea, al festeggiare il countdown dell'anno nuovo sul divano guardando la palla di New York che cade and that's it perchè una delle zie era già ubriaca prima dello scoccare della mezzanotte ed era impazzita così finì tutto e non vedemmo nemmeno i fuochi d'artificio perchè tra noi e la spiaggia c'erano foreste fitte di palme e tante altre avventure ma, preferisco tenermele per me, le parole non riuscirebbero a spiegare come vorrei che venisse spiegato. L'importante è usare l'immaginazione.

Guys, ho finalmente concluso questo post dopo tanto tempo che volevo concluderlo ma senza giri di parole non ne avevo davvero la voglia. Credo che nella mia idea inziale c'era in preventivo di raccontare anche la seconda avventura in Florida, quella con le mie amiche e un bus della chiesa. Verrebbe troppo lungo quindi conservo le memorie per un post futuro. 
Come sempre spero che a qualcuno faccia piacere leggere la storia di un'exchange student passato.
Tanto love.