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venerdì 9 novembre 2018

12. ZOMBIE DOLL PER UNA NOTTE

Trick or treat?
Immaginatevi un film qualsiasi su Halloween: quartiere decorato con zucche, luci, tombe e zombie, fantasmi e clown, centomila bambini che corrono da una casa all'altra a chiedere le caramelle, gente di tutte le età travestita. Ecco così è stato anche il mio!
L'unica pecca è che solitamente in un film poi succede qualcosa ad esempio spunta qualche mostro, qualcuno gira con la motosega o il tipo di Stranger Things viene rapito dal demogorgone; ma al contrario è stato tutto troppo tranquillo, è proprio vero che la vita vera non è un film e questo vale anche per l'America.
Devo dire che ancora una volta gli adolescenti americani si sono fatti riconoscere per la loro poca intraprendenza e divertirsi praticamente a fare nulla. Scordiamoci il classico "dolcetto o scherzetto", perchè loro si sentono troppo grandi per queste cose e scordatevi di andare in giro, perchè sì loro sono troppo pigri per muovere le gambe.
Allora racconto un po' la storia:
Una delle cose che aspettavo da tanto era proprio festeggiare Halloween, infatti avevo pensato da tempo al mio costume. Come sempre ero indecisa ma alla fine ho scelto molto bene e sono soddisfatta, partiamo dal presupposto che sarei dovuta essere una zombie doll e alla fine parevo di più una specie di sposa fantasma con la faccia da Joker, ma il risultato era davvero terrificante, non sembravo nemmeno io.
Il mio outft era composto da un abito con dei dettagli horror, una parrucca dai capelli lisci bianchi e lunghissimi, dei collant con il filo spinato, ma veniamo ai pezzi forti ovvero le ferite finte per bocca e collo con aggiunta di sangue finto per rendere il tutto più verosimile e per finire un makeup  bianco cadavere con contorno occhi nero e rosso da aggiungere alle ferite.
Anche la mia hostfamily era vestita: hsister era una cowgirl, hdad un supereroe mascherina e hmum  poliziotta e invece i cani erano i banditi.
Ci dirigemmo a Bedford, a casa della local cordinator e host mum del'altro e unico ragazzo italiano vicino a me. Il suo costume era una sorta di Mario fantasma quindi direi che senza farlo apposta eravamo abbastanza combinati. E' stato molto bello rivedere un italiano dopo 3 mesi di soli americani ed era divertente parlare davanti a loro senza che capissero.  Con noi c'erano delle compagne della sua scuola, ma la super nottata la passammo seduti su dei divani nel mezzo del giardino di fronte ad una band country. Dopo un po' finalmente mi ascoltarono e si alzarono per girare il quartiere, ma appena varcata la fine del giardino notarono un bellissimo albero decorato ed ebbero la brillante idea di fermarsi a fare le foto e non scollarsi più da lì, la cosa che più mi impressionò e che si misero in cerchio a parlare del nulla , non so nemmeno come si potrebbe parlare del nulla ma eppure a quanto pare è possibile, faceva cenni di approvazione senza aver detto niente, dicevano cose noiose, senza senso e che non centravano nulla tra di loro. Un mio grande dubbio esistenziale che mi sono accorta di avere è il seguente: Perchè gli adolescenti l'80% delle volte parlano del nulla? perchè non possono avere un argomento di cui parlare? Infatti molte volte mi ritrovo a non dire la mia opinione o ad annoiarmi perchè non so mai come integrarmi in queste chiamiamole conversazioni e per me che amo parlare all'infinito è davvero un problema. Fortunatamente non sono l'unica exchange student a cui capita, almeno non è solo un complesso mentale che mi sono costruita  io ma è a tutti gli effetti un dato di fatto.
Ma torniamo alla notte del 31 ottobre, ad una certa il gruppo decide di andarsene e noi due exchange rimaniamo soli così finalmente camminammo per il quartiere che ormai si stava svuotando perchè ricordiamolo, le nove di sera erano vicine (giustifichiamoli dicendo che il giorno dopo c'era scuola, mannaggia) e parlammo circa l'andamento delle nostre esperienze.
Casualità il 31 ottobre corrispondeva a tre mesi precisi dal nostro arrivo negli States e sono stata felice di passarlo con qualcuno che aveva affrontato l'orientation a New York con me, tornando con la memoria a quel ricordo.
Il momento dei saluti era arrivato un'altra volta ed ero un po' dispiaciuta perchè pensai l'avrei rivisto nuovamente dopo altri tremila anni e comunque credo che faccia la differenza essere all'estero da soli e incontrare un altro italiano, la patria ci unisce in un certo senso o almeno io la penso così, qualcun'altro che ha la stessa mentalità e con cui si può discutere sulle stranezze di questo popolo meravigliosamente fantastico nelle sue stranezze incapibili. Farò un post a riguardo.
Ad ogni modo, potrà sembrare che mi stia lamentando, e in un certo senso lo sto facendo, ma è stata pure un'esperienza "mistica". Il mese di Halloween è stato davvero speciale, riguardo alla festa e anche in generale. I negozi di halloween sono fantastici e ci avrei passato il resto dell'anno all'estero lì dentro tra maschere che variano in un range compreso tra un alieno e Trump, costumi di tutti i tipi e mega bambole meccaniche spaventose, (giuro nel mio futuro giardino ne metterò una, it's a promise).
Per non dimenticare il carving pumpkin, orgogliosa della mia creazione tanto quanto il mio abito, anche la faccia della zucca era spaventosa, ma che faticaccia ad intagliarla man!
Inoltre purtroppo la verità è questa: è stato il mio primo e ultimo Halloween, è una di quelle esperienze che ognuno vorrebbe provare almeno una volta nella vita, essendo la patria di questa festa ed è una di quelle che accade una sola volta nel corso di un anno all'estero ed è triste pensare che ci sono avvenimenti giornalieri che si ripetono e altri eventi come può aggiungersi il natale, il prom o addirittura la stupenda orientation di luglio che dobbiamo accettare non riaccadranno più. Tutto ciò per dire che ad ogni modo ho adorato per la sua particolarità di aver partecipato nonostante avessi, e lo ammetto, qualche aspettativa sull'andamento della festa che purtroppo non si sono avverate, ma poi a pensare che molti addirittura non avessero nemmeno partecipato e  siano rimasti a casa a guardare netflix mi ha fatto apprezzare ancora di più questa serata e alla fortuna che ho avuto.

Con questo finisco, spero sia stato abbastanza comprensivo e che abbia fatto passare il messaggio positivo.
See you soon guys!

11. UN CALDO E UMIDO AGOSTO VIRGINIANO

Ciao belli,
Allora dov'ero arrivata nel racconto? Ah si, era il 3 agosto e intorno le 17.30 arrivammo in Virginia. Ero un po' conciata male, prima di dirigermi al ritiro bagagli avrei tanto voluto correre al bagno e rendermi abbastanza presentabile per all'host family, ma ehi appena girato l'angolo a nostra sorpresa sbucarono i volti di tutti i nostri host, che imbarazzo proprio non me lo aspettavo, non ero pronta non sapevo che fare. Mi avvicinai sorridendo, gli abbracciai e poi la prima frase che gli dissi fu: "Sono molto frastornata", bell'inizio, grande Erika! Era molto strano vederli di persona e il momento dei  bagagli è stato lunghissimo, le nostre non arrivavano mai e tra noi due exchange parlavamo in italiano non sapendo che dire o fare.
Da Roanoke a Lynchburg c'è un'ora, ma prima ci fermammo al mio primo ristorante messicano e già notai la differenza di grandezza del cibo, prima cena, primi avanzi e fatto da una che a momenti mangia anche i piatti, mi è sembrato proprio uno spreco.
Il resto del viaggio lo passai abbastanza bene, ero stanca ma non troppo ma lo usai come diversivo per parlare il meno possibile, non sapevo assolutamente che cosa dire specialmente alla bambina seduta al mio fianco che faceva i versi come un animale, perchè sì, lei è convinta di essere un cane. Quindi io cos' avrei dovuto fare per interagire, i versi degli animali? Bhe ebbene sì proprio quello e ora mi capita spesso di farli.
Devo dire che non me l'aspettavo così la Virginia ma i paesaggi sono proprio belli, c'è una luce del sole pazzesca e poi le strade man!, sembra di stare sulle montagne russe ma nel vero senso della parola, non ho mai visto delle salite così alte, è tutto un su e giù, gira a destra e poi a sinistra, sono proprio belle.
Una cosa strana ma bellissima allo stesso tempo è stato notare i cerbiatti correre liberi nel vicinato, un bel benvenuto!
Avevi finalmente messo piede nella mia nuova casa, la mia camera è molto grande e mi regalarono un cesto contenente vari regalini tra cui un braccialetto, una maglia di Tommy e una completamente a caso viola con uno strano animale sul retro american style, del tipo indosso qualsiasi cosa e ci non  abbino altri indumenti sempre a caso, così mi sarei integrata al loro modo di vestire, all'inizio la trovavo proprio orribile mentre ora la trovo molto azzeccata.
Sul letto c'era anche un cartellone di benvenuto, esatto benvenuto al maschile perchè una particolarità ricorrente è che senza ombra di dubbio abbiano usato il traduttore, il problema (beh piuttosto una particolarità simpatica) è che ovunque uno vada, non lo troverà mai scritto giusto, tutti sbagliano.
Quella notte fu strana, ripetevo nella mia testa la frase: "Sono in America, è giunto quel momento, chissà le avventure che mi aspetteranno". Passati tre mesi e ancora ripeto quelle stesse parole, purtroppo sì ancora non mi sembra vero. Ma comunque, mi sentii subito a casa e, girata verso le finestre guardando il panorama, mi addormentai abbastanza velocemente.
Per il resto passai le prime due settimane n vacanza in attesa del 15 agosto, primo giorno di scuola abbastanza d'impatto, come pensai. Sono state giornate tranquille, dormivo quanto volevo e poi andavamo un po' in giro, tutto diverso da ora, sapevo che non era una vacanza ma il clima era quello e terminato quel periodo non sarei rivolata in Italia. Andai anche ad iscrivermi a scuola, l'attesa era snervante ed ero molto agitata avrei dovuto parlare con la counselor e pregare che mi avrebbe smistato tra i Senior, un mio grande sogno. Avevo qualche dubbio dato che prima di me era entrato l'altro ragazzo tedesco, più piccolo di me e pensai che per non fare distinzioni mi avrebbero messo in un altro anno, avevo sentito pure exchange che erano Sophomore, se fosse successo anche a me, l'avrei presa male per due motivi; il primo era che tecnicamente dovevo essere all'ultimo anno di diritto e il secondo perchè in molte attività tipiche dell'high school altrimenti non avrei potuto partecipare. Era il mio turno, a primo impatto quella che sarebbe stata la mia counselor non mi stava simpatica, dopo tutti i nuovi studenti a cui preparare la schedule, era stanca e nel mio caso era ancora più complicato, ma in ogni caso non mi ascoltò più di tanto e fece tutto di fretta. Ero abbastanza irritata, mi stava confondendo ed era difficile starle dietro a risponderle prontamente in inglese, infatti fu un po un fail, non me ne vergogno ma al contrario ero arrabbiata con me che non riuscì ad esprimermi e farmi valere. Colpo di scena però la convinsi a inserirmi come Senior. Ero super felice e potevo anche ottenere il diploma, pregio che non tutti i Senior hanno la possibilità di avere. Ma come presumevo, c'era un danno: le materie, ma fino all'inizio della scuola non avrei potuto sapere quale sarebbe stato il problema e rimasi propositiva.
Se volete sapere se riuscivo a comunicare e se capivo l'inglese bhe ovvio che sni....chiedevo di ripetere la maggior parte delle volte dato che qui specialmente a scuola l'70% degli studenti sono di colore, era e in questo caso è ancora un po' adesso un problema perchè parlano in modo diverso dai bianchi che a loro volta parlano diverso da quelli del vero sud (es. prof di yearbook), i primi giorni avevo il mal di testa non perc la fatica ma perchè continuamente annuivo e ridevo se mi sembrava il caso opure me ne uscivo con un bel ohh, perchè mi scocciava chiedere sempre di ripetere, credo di essere una brava attrice, mai nessuno se n'è accorto; good job! A parlarlo facevo un po' fatica, il vocabolario non era ampio e me la gestivo sempre con gli stessi verbi e parole, formulando male le frasi, ancora oggi mi succede se sono particolarmente stanca, nella mia testa mi faccio di quei discorsi che potrei parlare alla nazione al posto di Trump ma poi apro bocca e faccio errori e la cosa bella (mica troppo) è che quando ho finito, mi accorgo di aver sbagliato ma ormai è troppo tardi.
Inoltre nell'ultimo periodo ho un nuovo problema di cui ancora non ho capito la causa, una mia teoria potrebbe essere la stanchezza appunto, ma non ne sono sicura. Sta di fatto che non sono mai tranquilla, alcuni giorni riesco a capire e parlare bene per i miei standard e tutto fila liscio, mi sento invincibile pensando che da quel giorno in poi tutto non sarà più una sfida, ma invece il giorno dopo prontamente inizio a faticare nel capire e nel parlare. Quei giorni sono un po' tristi per me perchè non mi piace passare per la straniera che non capisce nulla, specialmente s sto parlando con nuove persone che quindi non sanno che in realtà non sò solo dire ciao, uno due tre prova. Mi sento impedita e in qualche modo mi tornano in mente i primi periodi dove forse parlavo in quella maniera. Ripeto, non ci deve essere assolutamente nulla di cui vergognarsene infatti non lo sono anzi sono fiera di me, ma da un lato sono triste.
Ad ogni modo, mi dedicai anche allo shopping scolastico spendendo ben $40 bigliettoni tra quaderni, penne e fazzoletti, sì qui si condividono le famose scatolette quadrate che si vedono nei film da cui puoi sfogliare mille e mila fazzolettini di uno strato che più sottile non esisterebbe e infatti sono inutili, ma come si dice: "O mangi la minestra o salti dalla finestra", ci azzecca proprio dato che non avrei mai pensato che tra tutte le cose che mi potessero mancare dall'Italia, i pacchetti Tempo fossero essenziali per non avere una stalattite sul naso perennemente. Vi sfido a venire qui e trovarmeli al supermercato, chi ci riesce non avrà il raffreddore per il resto della vita!

Uscito praticamente in ritardissimo, ecco a voi un nuovo post.
See you soon guys!