Allora dov'ero arrivata nel racconto? Ah si, era il 3 agosto e intorno le 17.30 arrivammo in Virginia. Ero un po' conciata male, prima di dirigermi al ritiro bagagli avrei tanto voluto correre al bagno e rendermi abbastanza presentabile per all'host family, ma ehi appena girato l'angolo a nostra sorpresa sbucarono i volti di tutti i nostri host, che imbarazzo proprio non me lo aspettavo, non ero pronta non sapevo che fare. Mi avvicinai sorridendo, gli abbracciai e poi la prima frase che gli dissi fu: "Sono molto frastornata", bell'inizio, grande Erika! Era molto strano vederli di persona e il momento dei bagagli è stato lunghissimo, le nostre non arrivavano mai e tra noi due exchange parlavamo in italiano non sapendo che dire o fare.
Da Roanoke a Lynchburg c'è un'ora, ma prima ci fermammo al mio primo ristorante messicano e già notai la differenza di grandezza del cibo, prima cena, primi avanzi e fatto da una che a momenti mangia anche i piatti, mi è sembrato proprio uno spreco.
Il resto del viaggio lo passai abbastanza bene, ero stanca ma non troppo ma lo usai come diversivo per parlare il meno possibile, non sapevo assolutamente che cosa dire specialmente alla bambina seduta al mio fianco che faceva i versi come un animale, perchè sì, lei è convinta di essere un cane. Quindi io cos' avrei dovuto fare per interagire, i versi degli animali? Bhe ebbene sì proprio quello e ora mi capita spesso di farli.
Devo dire che non me l'aspettavo così la Virginia ma i paesaggi sono proprio belli, c'è una luce del sole pazzesca e poi le strade man!, sembra di stare sulle montagne russe ma nel vero senso della parola, non ho mai visto delle salite così alte, è tutto un su e giù, gira a destra e poi a sinistra, sono proprio belle.
Una cosa strana ma bellissima allo stesso tempo è stato notare i cerbiatti correre liberi nel vicinato, un bel benvenuto!
Avevi finalmente messo piede nella mia nuova casa, la mia camera è molto grande e mi regalarono un cesto contenente vari regalini tra cui un braccialetto, una maglia di Tommy e una completamente a caso viola con uno strano animale sul retro american style, del tipo indosso qualsiasi cosa e ci
Sul letto c'era anche un cartellone di benvenuto, esatto benvenuto al maschile perchè una particolarità ricorrente è che senza ombra di dubbio abbiano usato il traduttore, il problema (beh piuttosto una particolarità simpatica) è che ovunque uno vada, non lo troverà mai scritto giusto, tutti sbagliano.
Quella notte fu strana, ripetevo nella mia testa la frase: "Sono in America, è giunto quel momento, chissà le avventure che mi aspetteranno". Passati tre mesi e ancora ripeto quelle stesse parole, purtroppo sì ancora non mi sembra vero. Ma comunque, mi sentii subito a casa e, girata verso le finestre guardando il panorama, mi addormentai abbastanza velocemente.
Per il resto passai le prime due settimane n vacanza in attesa del 15 agosto, primo giorno di scuola abbastanza d'impatto, come pensai. Sono state giornate tranquille, dormivo quanto volevo e poi andavamo un po' in giro, tutto diverso da ora, sapevo che non era una vacanza ma il clima era quello e terminato quel periodo non sarei rivolata in Italia. Andai anche ad iscrivermi a scuola, l'attesa era snervante ed ero molto agitata avrei dovuto parlare con la counselor e pregare che mi avrebbe smistato tra i Senior, un mio grande sogno. Avevo qualche dubbio dato che prima di me era entrato l'altro ragazzo tedesco, più piccolo di me e pensai che per non fare distinzioni mi avrebbero messo in un altro anno, avevo sentito pure exchange che erano Sophomore, se fosse successo anche a me, l'avrei presa male per due motivi; il primo era che tecnicamente dovevo essere all'ultimo anno di diritto e il secondo perchè in molte attività tipiche dell'high school altrimenti non avrei potuto partecipare. Era il mio turno, a primo impatto quella che sarebbe stata la mia counselor non mi stava simpatica, dopo tutti i nuovi studenti a cui preparare la schedule, era stanca e nel mio caso era ancora più complicato, ma in ogni caso non mi ascoltò più di tanto e fece tutto di fretta. Ero abbastanza irritata, mi stava confondendo ed era difficile starle dietro a risponderle prontamente in inglese, infatti fu un po un fail, non me ne vergogno ma al contrario ero arrabbiata con me che non riuscì ad esprimermi e farmi valere. Colpo di scena però la convinsi a inserirmi come Senior. Ero super felice e potevo anche ottenere il diploma, pregio che non tutti i Senior hanno la possibilità di avere. Ma come presumevo, c'era un danno: le materie, ma fino all'inizio della scuola non avrei potuto sapere quale sarebbe stato il problema e rimasi propositiva.
Se volete sapere se riuscivo a comunicare e se capivo l'inglese bhe ovvio che sni....chiedevo di ripetere la maggior parte delle volte dato che qui specialmente a scuola l'70% degli studenti sono di colore, era e in questo caso è ancora un po' adesso un problema perchè parlano in modo diverso dai bianchi che a loro volta parlano diverso da quelli del vero sud (es. prof di yearbook), i primi giorni avevo il mal di testa non perc la fatica ma perchè continuamente annuivo e ridevo se mi sembrava il caso opure me ne uscivo con un bel ohh, perchè mi scocciava chiedere sempre di ripetere, credo di essere una brava attrice, mai nessuno se n'è accorto; good job! A parlarlo facevo un po' fatica, il vocabolario non era ampio e me la gestivo sempre con gli stessi verbi e parole, formulando male le frasi, ancora oggi mi succede se sono particolarmente stanca, nella mia testa mi faccio di quei discorsi che potrei parlare alla nazione al posto di Trump ma poi apro bocca e faccio errori e la cosa bella (mica troppo) è che quando ho finito, mi accorgo di aver sbagliato ma ormai è troppo tardi.
Inoltre nell'ultimo periodo ho un nuovo problema di cui ancora non ho capito la causa, una mia teoria potrebbe essere la stanchezza appunto, ma non ne sono sicura. Sta di fatto che non sono mai tranquilla, alcuni giorni riesco a capire e parlare bene per i miei standard e tutto fila liscio, mi sento invincibile pensando che da quel giorno in poi tutto non sarà più una sfida, ma invece il giorno dopo prontamente inizio a faticare nel capire e nel parlare. Quei giorni sono un po' tristi per me perchè non mi piace passare per la straniera che non capisce nulla, specialmente s sto parlando con nuove persone che quindi non sanno che in realtà non sò solo dire ciao, uno due tre prova. Mi sento impedita e in qualche modo mi tornano in mente i primi periodi dove forse parlavo in quella maniera. Ripeto, non ci deve essere assolutamente nulla di cui vergognarsene infatti non lo sono anzi sono fiera di me, ma da un lato sono triste.
Ad ogni modo, mi dedicai anche allo shopping scolastico spendendo ben $40 bigliettoni tra quaderni, penne e fazzoletti, sì qui si condividono le famose scatolette quadrate che si vedono nei film da cui puoi sfogliare mille e mila fazzolettini di uno strato che più sottile non esisterebbe e infatti sono inutili, ma come si dice: "O mangi la minestra o salti dalla finestra", ci azzecca proprio dato che non avrei mai pensato che tra tutte le cose che mi potessero mancare dall'Italia, i pacchetti Tempo fossero essenziali per non avere una stalattite sul naso perennemente. Vi sfido a venire qui e trovarmeli al supermercato, chi ci riesce non avrà il raffreddore per il resto della vita!
Uscito praticamente in ritardissimo, ecco a voi un nuovo post.
See you soon guys!
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